I cicloni quasi tropicali nel Mediterraneo
Quando in autunno le prime irruzioni di aria fredda scorrono sopra il Mar Mediterraneo ancora caldo dall'estate, si possono sviluppare cicloni
quasi tropicali, in inglese "Tropical Like Cyclones" (TLC) o "Medicane". Quest'ultima è la denominazione più comune, coniata dai meteorologi
americani Steven Businger e Richard Reed nel 1989, per assonanza con il termine americano "Hurricane" (uragano).
Al contrario delle basse pressioni tipiche delle nostre latitudini, in cui due settori caldo e freddo si avvolgono attorno ad un minimo di pressione formando le
perturbazioni, in un "medicane" il calore e l'umidità del mare favoriscono la nascita di un vortice di temporali attorno ad un cuore caldo (occhio del ciclone),
dove la pressione può scendere anche fino a 980 hPa. In un TLC le isobare e isoterme sono sovrapponibili e il comportamento si dice pertanto "barotropico".
Siccome i "medicane" traggono la loro energia dal calore delle acque marine superficiali, perdono di intensità rapidamente quando toccano la costa.
Se classificati in base alla scala Saffir-Simpson degli uragani, solo raramente arrivano a toccare il grado I, ovvero quello
di uragano debole, il vero e proprio "Medicane", caratterizzato da venti tra 111 e 153 km/h. Se la velocità dei venti non supera i 110 km/h, si tratta invece
di Tempesta Tropicale Mediterranea.
Da quando, nel 1969, sono disponibili le immagini satellitari e fino al 2022 si sono registrati 23 TLC o "Medicane", inconfondibili nelle immagini dallo spazio per
la presenza dell'occhio del ciclone. I TLC si sviluppano più frequentemente nel periodo tra settembre e dicembre. Tuttavia nel 2023 si è verificata l'eccezionale
sequenza di 3 medicane tra il 22 gennaio e il primo di marzo.