Classificazione

Le supernove si classificano in due grandi gruppi, individuati dall'astronomo Rudolph Minkowski agli inizi degli anni quaranta, a seconda dei differenti elementi che compaiono nel loro spettro elettromagnetico. Assieme a Walter Baade, infatti, notò che non in tutti gli spettri di supernove era presente la riga dell'assorbimento dell'idrogeno: quando queste righe sono evidenti si parla di supernove di Tipo II, in caso contrario di Tipo I.
All'interno del primo gruppo, successivamente, si sono distinti due ulteriori sottogruppi definiti dalla presenza o assenza delle righe spettrali di assorbimento del silicio, e denominati rispettivamente Ia e Ib.



SUPERNOVE DI TIPO Ia
La teoria più accreditata sull'origine di questa classe di supernove afferma che esse abbiano origine da nane bianche, di massa relativamente piccola e che hanno esaurito da tempo il combustibile: questo spiega l'assenza delle righe spettrali dell'idrogeno.
I modelli definiscono due possibili scenari che portano all'esplosione di una nana bianca, che in condizioni normali non darebbe origine a un simile evento. Una prima teoria vede coinvolta una gigante rossa che trasferisce materia alla nana bianca; questo enorme aumento di massa provoca un innesco di reazioni nucleari che portano all'esplosione della stella stessa.
La seconda teoria, analogamente alla prima, vede il superamento di una massa critica che conduce all'esplosione della stella, dovuta però a una fusione di due nane bianche.
In entrambi i casi in seguito all'esplosione la stella aumenta incredibilmente la sua luminosità, per poi diminuire di 2-3 magnitudini nell'arco di un mese e via via più lentamente.
Questa classe di supernove è particolarmente importante per gli astronomi: a causa della loro notevole luminosità vengono utilizzate per misurare la distanza delle galassie che le ospitano.

SUPERNOVE DI TIPO Ib
Poco si sa sull'origine di questa classe di supernove. Probabilmente si tratta di stelle giovani molto massicce (massa 30 volte maggiore di quella del Sole), che in seguito a violente pulsazioni hanno perso gli strati esterni di idrogeno. L'esplosione sarebbe dovuta al collasso del nucleo.
Queste supernove raggiungono una magnitudine massima leggermente inferiore a quelle di tipo Ia. Nello spettro non sono visibili le righe dell'idrogeno, a causa della perdita degli strati esterni, ma sono evidenti assorbimenti dell'elio di intensità variabile.

SUPERNOVE DI TIPO II
Questa classe di supernove ha origine da stelle massicce, più di 12 volte la massa del nostro Sole, denominate supergiganti. Queste stelle presentano una stratificazione di elementi, dove i più leggeri, idrogeno ed elio, occupano gli strati più esterni. Quando la stella esaurisce il combustibile presente nel nucleo, questo collassa generando una stella di neutroni o un buco nero. L'onda d'urto generata dall'esplosione allontana gli inviluppi esterni della stella e ne aumenta la luminosità.
Le supernove di tipo II presentano nello spettro sia le righe di assorbimento dell'idrogeno degli strati esterni sia quelle del ferro che costituisce il nucleo.
La luminosità massima raggiunta è inferiore rispetto alle supernove di tipo Ia e Ib.

Federica Luppi