
E’ ora giunto il momento di affrontare il momento più  tragico che aspetta il nostro Sole, ovvero la sua “morte”.
    Si ricordi che la vita di una stella verte sul delicato  equilibrio tra la forza gravitazionale,  che tenderebbe a far collassare tutto il sistema, e le reazioni di fusione termonucleari (innescate  paradossalmente dalla prima forza) che, al contrario, farebbero espandere la  stella nell’immensità del cosmo. Questo equilibrio, che dura sino all’esaurimento  dell’idrogeno all’interno del nucleo, persiste nel nostro Sole da più di 4  miliardi di anni e continuerà per periodo altrettanto lungo. Ma prima o poi  l’idrogeno nel nucleo finirà e il Sole, come tutte le stelle, inizierà la sua  ultima fase di vita, fase diversa da stella a stella in quanto dipende dalla  massa iniziale della stella stessa.
    Per capire meglio l’evoluzione stellare ci aiuteremo con il  famoso diagramma H-R, diagramma che mette in relazione la luminosità di un  astro (espressa in magnitudine assoluta) con la sua temperatura. Come si vede  dalla figura sotto riportata, il digramma evidenzia una diagonale principale,  detta appunto sequenza principale, e  due “isole”: in alto a destro  a  rappresentare le giganti rosse ed in  basso a sinistra a rappresentare la zona della nane bianche. 

Diagramma HR (posizione del Sole
Attualmente il Sole si trova a metà della sequenza  principale e ci resterà per altri 4 miliardi di anni. All’esaurirsi  dell’idrogeno la gravità, non più bilanciata dalle reazioni nucleari, prenderà  il sopravvento e il nucleo (e solo lui!) subirà una prima contrazione. Come  ogni gas che si rispetti, la contrazione ne provocherà un riscaldamento e il  calore sviluppato porta ad una espansione degli strati di idrogeno sovrastanti.  Il Sole tenderà ad aumentare il suo raggio fino ad inghiottire l’orbita di  Mercurio e forse Venere, il suo colore virerà da giallo a rosso e la sua  vicinanza renderà quasi impossibile la vita sulla Terra. Il Sole è ora nella  fase di Gigante Rossa (e si sposterà in alto a destra nel diagramma H-R).
    Nel nucleo collassato, grazie all’innalzamento improvviso di  temperatura, si riaccenderà, ma solo come un ultimo grido, la fornace nucleare  dando inizio alla fase chiamata “helium flash” ovvero la fusione dell’elio in  carbonio che coinvolge solo la parte più interna del nucleo. Dopo quest’ultima  fiammata il Sole subirà un’ulteriore contrazione che darà come risultato finale  la formazione di una nana bianca con  conseguante nebulosa planetaria,  ovvero l’alone di gas espansi che brillano nel cosmo grazie a meccanismi di  eccitazione-riemissione provocati da fotoni emessi dalla stella centrale.
    Una nana bianca è un oggetto molto denso che brilla in cielo  grazie al calore emanato dalla sua caldissima superficie (non esiste nessun  meccanismo interno di produzione dell’energia). Secondo le più fondate  previsioni, la nana bianca che nascerà dal Sole avrà un diametro di circa 15000 Km e sarà così circa  100 volte più piccolo delle dimensioni attuali ma con una temperatura superficiale  10 volte maggiore. Dato che la luminosità di una stella è proporzionale al  quadrato del suo raggio e alla quarta potenza della sua temperatura, la nana  bianca che resterà avrà comunque una luminosità paragonabile a quella del Sole  originale.
    Infine, una nana bianca è inevitabilmente destinata a  spegnersi, vagare nello spazio in modo invisibile disperdendo giorno dopo  giorno l’aureola di gas che ne formavano, in primis gli strati più esterni e  successivamente la nebulosa planetaria.