Di nuvole neanche l'ombra, a parte alcune velature il 6 aprile; le temperature diurne si alzano sempre più: siamo a circa 28 gradi di massima, e 14 gradi la notte.
Il giorno trascorre sistemando i problemi hardware e software incontrati la notte precedente, ma per vedere se sono risolti occorre poi aspettare la sera.
Non è affatto banale mettere a punto un telescopio scientifico: ci sono moltissimi componenti che devono funzionare all'unisono, non ultimo il software di gestione che
controlla il telescopio, il fuocheggiatore, la camera di guida, la ruota portafiltri, la camera CCD, lo schermo di calibrazione dei flat field. Iniziamo a pensare che
forse una settimana è poco, ma naturalmente ce la dobbiamo fare.
Occorre risolvere tutto in loco, perchè poi da remoto in Italia se qualcosa non funziona può essere un grosso problema, anche se i tecnici della Hakos Farm possono sicuramente intervenire
con competenza.
Si va a letto tra le 3 e le 5, e ci si sveglia alle 10. Occorre a volte staccare un attimo la spina dal lavoro, e quindi decidiamo di andare a visitare un particolare
telescopio che si trova a 35km da qui: H.E.S.S. (High Energy Stereoscopic System). Non sono telescopi che lavorano nella banda ottica, ma catturano la luce Cerenkov
prodotta dall'interazione tra i fotoni altamente energetici che provengono da alcune sorgenti celesti e la nostra atmosfera. Il nome è un omaggio a Victor Hess, Nobel
per la fisica nel 1936, scopritore dei raggi cosmici.
Il più grande dei 5 telescopi a luce Cerenkov di H.E.S.S.
Il più grande dei 5 telescopi a luce Cerenkov di H.E.S.S.
La "camera fotografica" di H.E.S.S.
La "camera fotografica" di H.E.S.S.
L'interno della camera con i fotomoltiplicatori
L'interno della camera con i fotomoltiplicatori
Il più grande dei 5 è impressionante: 28 metri di diametro totale degli specchi che lo compongono, e la camera è un array di 960 fotomoltiplicatori. Un sistema molto
complesso che ha permesso di fare luce su alcuni dei fenomeni più violenti ed energetici dell'Universo.
Di ritorno alla Farm notiamo diversi animali: antilopi, facoceri, addirittura un babbuino, oltre ad innumerevoli (ed enormi!) nidi di uccellini.
Ad accoglierci il solito bellissimo tramonto, segno che la cena è quasi a tavola (si cena alle 19). Zuppa, a volte un tentativo di pasta che andava tolta 5 minuti prima,
riso con banane (che mai mi sarei sognato di mangiare ma che non è davvero male), una ciotola con un condimento universale di cui non ho mai osato chiedere gli
ingredienti ed una tonnellata di caffè che ci aiuterà a tenerci svegli di notte.
Un'antilope
Un'antilope
Un'antilope del genere Oryx
Un'antilope del genere Oryx
Un babbuino
Un babbuino
Un enorme nido di uccelli
Un enorme nido di uccelli
Il Sole tramonta: siamo pronti per un'altra notte di osservazione
Il Sole tramonta: siamo pronti per un'altra notte di osservazione
Una veloce foto alla Luna prima di iniziare con gli astri del profondo cielo
Una veloce foto alla Luna prima di iniziare con gli astri del profondo cielo
Accendiamo il telescopio, e subito c'è un problema: la camera di guida non ne vuole sapere di funzionare. Stacco l'USB dalla camera e si accende lo schermo luminoso del
flat field, che proprio non c'entra niente. E' come se a casa spegni la luce del bagno e parte il microonde.
Dopo alcuni tentativi, conditi da qualche supplica ai santi della Namibia, capiamo che il problema è la prolunga USB. Dei 420kg di spedizione dall'Italia alla Namibia
che cosa non ci siamo portati dietro di scorta? Esatto, una prolunga USB. Ne chiediamo in prestito (a tempo indeterminato) una.
Adesso funziona tutto, e decidiamo di fare la prima vera fotografia con il telescopio alla bellissima galassia M83 nella costellazione australe dell'Hydra. Due ore di
esposizione complessiva con i filtri colorati LRGB. La mattina successiva invio le immagini in Italia a chi ci sa fare con l'elaborazione: grazie Michele Calabrò e Luca
Ghirotto! (volontari dell'Osservatorio, ndr). Il risultato è clamoroso, ed onestamente sopra le aspettative.
La bellissima galassia a spirale M83 nella costellazione australe dell'Hydra
La bellissima galassia a spirale M83 nella costellazione australe dell'Hydra
Le notti proseguono così, facendo foto al telescopio, foto al cielo con obiettivi fotografici e sperando che, una volta in Italia, non sorga qualche problema che qui
non abbiamo mai riscontrato. Tutto è possibile!
Non c'è nessun rumore nelle postazioni in muratura dove sono collocati i vari telescopi. Gli unici rumori sono i telescopi che si muovono, le camere che scattano le foto,
le ventole dei computer, qualche grillo e cicala.
Non ci stancheremmo mai di osservare la Via Lattea, uno spettacolo ormai precluso a chi vive in zone illuminate
Non ci stancheremmo mai di osservare la Via Lattea, uno spettacolo ormai precluso a chi vive in zone illuminate
La nebulosa di Eta Carinae
La nebulosa di Eta Carinae
Il telescopio sta lavorando, ne avrà per un pò; il pensiero corre. A casa tutto bene? Mentre noi siamo qui, in mezzo al nulla, cosa succede nel resto del mondo?
Una rapida occhiata alla targa collocata fuori dalla nostra postazione ci ricorda il caro Piergiorgio Ferrante, che non ha potuto vivere con noi il sogno di veder
collocato il suo telescopio sotto il cielo incontaminato della Namibia. Che peccato.
Ci penseremo noi a farlo fruttare al meglio!