SEZIONE ECLISSI



15 Febbraio 1961 - L'ULTIMA ECLISSE TOTALE DI SOLE VISIBILE IN ITALIA IN QUESTO SECOLO


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OGNUNO AI PROPRI POSTI: LO SPETTACOLO HA INIZIO



Il socio Renzo Lozza, autista della spedizione. A destra Paolo Zanzi (con l'inseparabile pipa).



E' l'alba del 15 febbraio: siamo tutti all'accampamento, ognuno accanto al proprio strumento, pronti e stranamente inquieti. Anche il controllatissimo dott. Cioffi è piuttosto ansioso, anzi, perplesso.

Il cielo si accende lievemente ad Est, rivelando uno strato di circa 10 gradi di foschia. Le ultime stelle tremolando si spengono e c'è nell'aria qualcosa di non comune che sta per accadere; intanto gli uccelli cinguettano a distesa salutando, ignari, la luce del nuovo giorno e un vento, lieve e costante che si è levato durante la notte, permane, tuttora invariato, sempre spirante da Nord verso Sud.

Nessuno parla, gli occhi sono costantemente fissi ad Est; la visibilità è ottima per noi che siamo quassù, ma a giudicare dalla nebulosità che notiamo su tutta la fascia litoranea e nelle valli il fenomeno sarà meglio osservabile alla nostra altitudine.



Ognuno è al proprio posto, pronto per seguire e documentare l'evento storico. Da sinistra, in piedi, i soci Lozza, Zanzi, Nicora, Tagliabue e, in ginocchio, lo scrivente.



D'un tratto qualcuno grida: "La nebbia! Sta salendo la nebbia!".

Non rammento chi sia stato, ma non dimenticherò mai quel grido. Mi precipito a guardare a valle del precipizio e mi rendo conto che un vasto movimento di aria umida e satura sta verificandosi con moto ascensionale rapidissimo, ma una semplice occhiata alla striscia di garza posta in cima ad un palo mi dice che il vento, che qui soffia costante verso Sud, disperderà le nebbie impedendo che esse possano superare il valico di Melogno che sta 200 metri più sotto di noi.

La riuscita della spedizione non è minacciata.
Torniamo tutti a rivolgere lo sguardo ad Est. Sono le 7 e 2 minuti. Il Sole sta per sorgere.
Invito Zanzi e Nicora a prendere posto sotto la tenda per seguire al cannocchiale Manent il centraggio dell'astro nel campo del proiettore.

Alle ore 7,27 un lembo di Sole rosso cupo s'intravede sorgere dalle brume dell'orizzonte marino. Il cronometrista, Mario Tagliabue, scandisce i minuti. Ognuno è assorto e silenzioso, il cuore batte forte....Zanzi sotto la tenda non riesce, proprio non riesce a centrare il Sole e continua a dimenarsi e a brontolare. Accorro immediatamente e assieme si riesce a portare il congegno al punto esatto. Di colpo appare sullo schermo l'immagine del Sole fortemente ingrandita.
E' un Sole assai rifratto e agitato dalla trepidazione atmosferica: dirà poi Paolo Zanzi:" Credevo proprio che non la smettesse più di tremolare!".

Brevi ultimi accordi poi tutto piomba nel silenzio. Scrutiamo attentamente il disco solare che presenta un forte allungamento equatoriale illusorio.

(segue)





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