ALCUNE IMPRESSIONI DEI PARTECIPANTI ALLA SPEDIZIONE
raccolte "a caldo" appena concluso il fenomeno.
Le proponiamo quali testimonianze delle sensazioni provate da chi ha assistito ad uno dei più affascinanti fenomeni naturali.
dott. GIUSEPPE CIOFFI: Giudice del Tribunale di Varese
"(poche parole)...
Non avrei mai creduto di assistere ad un fenomeno naturale capace di sollevare tanti pensieri.
Ho la sensazione che qualcosa sia cambiato nella mia cultura dell'Universo e del suo continuo divenire.
Grazie per avermi offerto l'opportunità."
RENZO LOZZA: titolare di agenzia noleggio e trasporti, pilota della spedizione
" Dopo quanto ho sentito parlare durante il viaggio ero già preparato ad uno spettacolo
eccezionale.
Contrariamente però alle mie previsioni lo spettacolo è stato più terribile e
affascinante nello stesso tempo."
GIUSEPPE NICORA: all'epoca della spedizione era studente,
oggi è Ingegnere e libero professionista -
" Eclisse: un impressionante avvenimento che ha suscitato in me un senso di piccolezza
e di vuoto. E' stato uno spettacolo surreale, oserei dire, con dei colori indescrivibili
e suggestivi. Sono cose che non si dimenticano e che parlano solo al cuore e alla mente.
Non esagero se cito questo frammento di Archiloco che mi pare valido anche oggi:
" Non c'e' nessuna cosa che non ci si possa aspettare né che si possa giurare
impossibile, né meravigliosa dopo che Giove, Padre degli Dei, di mezzogiorno fece notte,
avendo nascosto la luce del Sole splendente; dopo questo tutto diventa credibile:
nessuno più di voi che guardate non si meravigli più, né se le fiere hanno,
in cambio dei delfini, il pascolo marino e ad esse le onde sonanti del mare siano
diventate più care della terra, a quelli, invece, sia dolce il monte..." ".
TONINO PICCINELLI: astrofilo, poeta, maestro della "Schola cantorum"della Valcuvia,
allora Vicepresidente dell'Associazione
Il silenzio strano dentro di me sembrava un suono.
Un suono però indescrivibile: cupo, intenso, caldo e nello stesso tempo stridente.
"...narrare quello che si prova durante un' eclisse totale è una cosa un poco difficile.
Non credo che un essere umano, insensibile davanti a qualsiasi manifestazione della natura,
possa rimanere indifferente davanti ad uno spettacolo del genere.
Ho provato una sensazione interna che stava tra la gioia ed il malessere.
Tutto vi contribuisce: la luce che diminuisce sempre più, i colori che cambiano di
intensità, il veloce (o lento?) serpeggiare sulle superfici piane delle "ombre volanti",
la strana e sprettrale colorazione verdastra delle mani che tremavano nel cambiare
le lastre fotografiche ed il colorito grigio verdastro dei visi dei presenti
mentre la pelle si sollevava raggrinzita e non solamente per l'aria gelida
che sferzava inesorabile.
Due suoni simultanei, uno grave, l'altro acutissimo, persistenti, ossessionanti.
Nel senso di strano squilibrio si osserva nel cielo "la cosa".
E' una cosa sola, non si pensa più al disco solare occultato dalla Luna,
non si pensa al fenomeno astronomico.
No! la cosa è là! Il cielo di un azzurro che non può essere osservato in alcun luogo,
la brillante corona, il rosato della cromosfera , castone del cupo disco oscuro,
dà un senso di squilibrio.
Non ho voluto fare della inutile prosa. Sono le impressioni di un qualsiasi osservatore
dell'Eclisse di Sole del 15 Febbraio 1961....
MARIO TAGLIABUE: impiegato - cronometrista ufficiale della F.I.C.
- incaricato del rilevamento dei tempi di esecuzione delle pose fotografiche
Purtroppo era già alla fine e il Sole tornò a spuntare.
Compiango coloro che non hanno potuto osservare questo fenomeno perché,
se si considera bello un tramonto sul mare o un'alba in alta montagna,
questo è assai meglio. Purtroppo non lo vedremo più.
"Dal nostro posto di osservazione lo spettacolo è stato emozionante.
Dall'alto si poteva osservare l'ombra che vertiginosamente si avvicinava.
Gli animali si agitavano, strani rumori giungevano alle nostre orecchie e una luce
insolita ci avvolgeva. Anche se preparato vi era in me una strana agitazione,
forse perché non immaginavo un tale programma. Passato il primo momento ho
potuto osservare in cielo alcune stelle e, guardando il disco lunare,
lo vedevo di un colore azzurrognolo, con un'aureola color ghiaccio.
PAOLO ZANZI: all'epoca della spedizione era studente, oggi è fotografo professionista,
art director di numerosi libri e riviste
Mi fu dato da leggere l'esposimetro ma non lo lessi, preso dalla tempestosa,
improvvisa bellezza che apparve, lo sbocciare della corona dal disco nero della Luna.
" ...dopo due notti quasi in bianco il momento dell'eclisse si avvicinò.
Ero nervoso ed emozionato.
Il mio compito era, assieme a Peppe Nicora, di fotografare per proiezione
la parzialità del fenomeno per poi passare al momento della totalità alla cinepresa.....
Dopo un poco, che fu piuttosto snervante, riuscii, con l'aiuto del presidente,
a centrare il Sole nell'obiettivo del cannocchiale Manent 750 e contemporaneamente
a proiettarne il disco sullo schermo bianco.....ogni tanto uscivo dalla tenda per
vedere l'effetto dell'oscurarsi del Sole. Poi correvo in tenda per prepararmi alla
fotografia. Così fino alla totalità. Poi passai alla cinepresa.
Corsi alla cinepresa, come ad una rete di un caccia-farfalle per prendere una variopinta,
rara, stupenda farfalla, tale appariva la corona attorno al disco nero.
Cinepresi con pellicola bianco e nero 400 ASA e diaframma tutto aperto.
Lo chiusi quando apparve il primo raggio di luce che cancellava dalla realtà e cacciava nel
ricordo una meravigliosa visione che sembrava un terrificante sogno di potenza divina.
La sensazione che mi rimase fu di avere in possesso qualcosa che nessuno mi avrebbe potuto
rubare e nessuno, che non avesse visto quello spettacolo, avrebbe potuto avere:
mi vidi prima dell'eclisse e dopo l'eclisse e mi accorsi che ero diventato diverso.
(segue)