SEZIONE ECLISSI



15 Febbraio 1961 - L'ULTIMA ECLISSE TOTALE DI SOLE VISIBILE IN ITALIA IN QUESTO SECOLO


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Le osservazioni furono organizzate in due gruppi, il primo presso la "baita" di Campo dei Fiori, per l'osservazione della fase massima di 998 millesimi, il secondo a Monte Sette Pani, sulle Alpi Marittime, a 1300 metri, per la totalità.

I PARTECIPANTI ALLA SPEDIZIONE FURONO: oltre allo scrivente, Tonino Piccinelli, Mario Tagliabue, Paolo Zanzi, Giuseppe Nicora, Renzo Lozza, con la partecipazione del dott. Giuseppe Cioffi, magistrato (in seguito divenuto Procuratore della Repubblica e poi Presidente del Tribunale di Varese).

ALLA BAITA DI CAMPO DEI FIORI OPERARONO Annibale Manetta, Adriana Manetta, Orlando Morelli, Pier Ercole Zuccato, Angelo Fidanza, Tino Trevisan.



IL VIAGGIO



Dopo aver trasferito l'accampamento in posizione
più favorevole ci si appresta al montaggio delle attrezzature
e alla verifica dei compiti minuziosamente preparati.
Da sinistra: Piccinelli, Furia, Lozza, Cioffi, Nicora, Zanzi.
A destra, in piedi, lo scrivente;
da sinistra, nell'ordine, Tonino Piccinelli,
con il basco, il dott. Cioffi (con cappello),
Renzo Lozza, Beppe Nicora.


Alle ore 21.30 di lunedì 13 febbraio 1961 la potente Fiat 2100 che doveva portarci attraverso le montagne del versante ligure, sulle Alpi Marittime, filava veloce nell'oscurità. Le luci lontane del Sacro Monte sopra Varese giungevano a noi come un dolce saluto e ci voltammo a guardare finché una curva, repentinamente, ne distolse lo sguardo e i pensieri.
Lunghi mesi di preparazione febbrile, di esperienze ossessive e di notti insonni vagavano nell'oscurità davanti a noi.
Scorsi furtivamente i volti dei miei amici astrofili; ognuno andava alle prove dell'ultima ora. La mente passava in rassegna, con ansiosa meticolosità, le emulsioni delle lastre prescelte ed altre da sperimentare, i rapporti fotometrici e la nitidezza degli obiettivi.
Nel silenzio ognuno tormentava le proprie facoltà mnemoniche cercando di ricordare... ripetere e ricordare dati, circostanze, possibili incidenti, carte e strumenti. Renzo Lozza guidava sicuro, leggermente chino sul volante accanto a me e per un attimo credetti di invidiarlo... egli doveva solo condurci fin lassù e i nostri problemi non lo sfioravano neppure, lo sguardo attento sulla scia dei fari sull'asfalto.
Il lavoro di mesi e l'attesa di anni non mi fanno più paura, sono certo che le osservazioni previste verranno compiute con tutta la passione e la diligenza che fanno d'un astrofilo un piccolo scienziato.

....... Alle tre la macchina sfreccia sulla statale n.1, la notte stellata si stende sopra un mare cupo, senza riflessi, ma io noto con un brivido una fascia di foschia sull'orizzonte, alta oltre 20° e penso che il Sole raggiungerà 23° al momento della totalità.
In questo momento mi rendo perfettamente conto della disperazione degli scienziati tedeschi durante l'eclisse del 23 giugno 1955 allorché, dopo anni di attesa e preparativi, il maltempo impedì loro di osservare l'eclisse totale più lunga che attinse la durata di ben 7' e 8".
Penso anche a quante attese vane ho trascorso in oltre 19 anni di appuntamenti astronomici, ma sento che proverei un cocente dolore se le mie statistiche meteorologiche e le previsioni formulate dovessero questa volta tradirmi.


SUL COLLE DI MELOGNO


Alcuni soci partecipanti alla spedizione.
A destra, in piedi, lo scrivente;
da sinistra, nell'ordine, Tonino Piccinelli,
con il basco, il dott. Cioffi (con cappello),
Renzo Lozza, Beppe Nicora.


Alle 5.30 giungiamo al forte napoleonico di Melogno, a 1029 m s.m. L'oscurità è ancora profonda.
Scendiamo dalla macchina e subito un'ondata di freddo ci assale: intorno la neve copre vaste superfici con una crosta gelata, mentre il forte napoleonico ci appare come una costruzione massiccia, ricoperta da un grosso strato di terra e appare, così, mimetizzato e confuso tra le valli circostanti.
Ognuno, tremebondo, è avvolto in una coperta. Io determino sommariamente l'azimut sull'orizzonte in cui dovrà sorgere il Sole al momento dell'eclisse, tra 24 ore.
Non ci resta che spiare il sorgere del Sole per fissare definitivamente la base di osservazione. Il vento è inesorabile: tutti siamo intirizziti dal freddo-umido.
Drizziamo la tenda "Mottarone" in modo da ripararci dal vento sino al sorgere del Sole.

(segue)





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