IL CAMPO BASE A DIETERSHEIM
I partecipanti: Federico Bellini, Chiara Cattaneo, Sarah Cavalli, Mauro del Romano,
Roberto Marroni, Mattia Munari, Paolo Valisa.
I PREPARATIVI
|
|
LE OPERAZIONI PREVISTE:
IL CAMPO BASE: DIETERSHEIM, piccolo villaggio, a pochi km da Monaco.
CRONACA DEGLI AVVENIMENTI
Fiduciosi, Federico e Roberto si recano sul campo scelto per il posizionamento degli strumenti, per montare
e mettere in meridiano il telescopio riflettore da 200 mm e per cominciare ad installare le altre
apparecchiature.
Federico e Roberto ci lasciano, dopo 4 ore di permanenza su un prato umido e freddo, per andare a far colazione.
Arrivano anche tutti gli altri. Il campo base comincia a prendere la sua forma definitiva.
Paolo e Mauro decidono di spostarsi qualche chilometro più in là, in modo da poter avre due postazioni
dislocate in punti diversi, per aumentare le probabilità di vedere qualcosa.
Alle 11.15 ci mettiamo definitivamente ai nostri posti: non stacco l'occhio dal rifrattore da 60 mm per cercare
di cogliere l'attimo del contatto. In mano ho l'orologio con segnale orario che scandisce i secondi.
Alle 11.16.18 intravvedo appena appena nell'oculare il Sole intaccato dalla Luna: grido "contatto".
Ha inizio l'evento che tanto attendevamo e per il quale tanto ci siamo preparati.
La tensione si taglia col coltello. Siamo tutti concentrati ai nostri posti, ma si respira un'aria di
euforia: il primo contatto l'abbiamo acchiappato!
Pochi minuti dopo il primo contatto il cielo comincia a coprirsi di nuovo, cumuli giganteschi ci sovrastano,
l'entusiasmo di noi tutti subisce un piccolo arresto; in ogni caso la totalità è ancora lontana.
Velocissimi, smontiamo quasi tutto disponendo gli strumenti in ordine sparso sulla macchina di Roberto.
Guardo il telo che avevo steso per le ombre volanti, ormai zuppo, e guardo le espressioni sconsolate degli altri,
e comincio a preoccuparmi seriamente.
Le possibilità di vedere la tanto agognata totalità si fanno sempre più remote.
Alle 11.59 smette di piovere, siamo tutti fradici, i capelli mi colano acqua nella schiena, in compenso
gli strumenti sono salvi. Tira un aria fresca, che a noi, tutti bagnati, sembra gelida.
Il pensiero corre in continuazione a Campo dei Fiori, alle attività che si stanno svolgendo là, e pensiamo
con rammarico che i risultati che potremo ottenere saranno pochi.
Alle 12.24 la tensione è al massimo; gli uccelli smettono di cantare, il cielo si fa più buio.
Una distesa infinita di nuvole ci è davanti.
Mancano ormai 13 minuti all'inizio, è chiaro che dalla nostra postazione non vedremo niente.
Decidiamo che qualcuno di noi si deve spostare per tentare di vedere qualcosa. La scelta cade su di me e Sarah.
Imbocchiamo una direzione qualsiasi della statale, alla ricerca di un buco di sereno. Sarah guida, e io scandisco
i minuti: meno 6, meno 5... intanto cerco di vedere dov'è il Sole, ma non vedo niente... incito Sarah
Ai lati della strada ci sono parecchi automobilisti fermi con in mano occhialini, macchine fotogrfiche,
telescopi. Non ho tempo di soffermare lo sguardo su di loro; cerco disperatamente un buco nel cielo.
Urlo a Sarah:fermati! La macchina si blocca di colpo, ormai manca meno di un minuto, scendiamo, apriamo il
bagagliaio, tiriamo giù la videocamera con il cavalletto (che dovevamo utilizzare per le ombre volanti)
e la mia macchina fotografica, usata fino a poco tempo prima per le foto del gruppo al lavoro.
Ci guardiamo un attimo e scopriamo che entrambe stiamo piangendo; mi sembra di non capire più niente,
la mente è offuscata dallo spettacolo che abbiamo davanti agli occhi. Tra le nubi, in condizioni non certo
ottimali, il Sole, nero; attorno a lui splendidamente visibile, la cromosfera, rossa, tempestata di protuberanze,
e dietro, nascosta dalle nuvole, si intravvede a tratti la corona.
Mi guardo intorno: il paesaggio è spettrale, la gente ammutolita, solo due ragazze ci guardano sorridenti,
probabilmente rappresentiamo uno spettacolo alquanto buffo: tutte bagnate, piangenti e con continue
esclamazioni di stupore.
Le protuberanze, così rosse, mi impressionano fortemente. Cerco di vedere la corona, ma è nascosta.
Almeno potessimo portare a casa un bel filmato! Ma le nuvole, incuranti degli sguardi mai sazi di tutti noi,
riprendono il loro cammino. Riusciamo con fatica a scorgere il terzo contatto.
Subito dopo è luce. Dal buio più totale ad una luce che ci sembra accecante.
Spengo la telecamera. E' come se fosse finito tutto, mi sento le gambe molli come dopo una lunga corsa.
Ora penso di capire cosa provavano i popoli dell'antichità vedendo questo fenomeno, e mi appare giustificatissima
la loro paura di fronte al Sole nero: una certa inquietudine l'ho provata anch'io!
Prima di poter riuscire a mettere gli strumenti in macchina, ricomincia a piovere a dirotto, rendendoci difficile
anche quest'ultima operazione. Ritorniamo in albergo di nuovo fradici e infreddoliti.
Scopriamo che Paolo e Mauro, dalla loro postazione "distaccata" hanno visto 30 secondi di totalità e questo
ci fa sentire meglio.
Alla prossima, dunque.
FOTOGRAFIE DELLA FASE INIZIALE E FINALE DELL'ECLISSE
[ Torna alla pagina principale eclissi ]
1996-99© Società Astronomica
G.V.Schiaparelli
Alle 3 del mattino, due ore prima dell'alba, il cielo si presentava stellato e limpido.
Alle 6 suona la sveglia per Sarah e me: dopo una breve colazione ci dirigiamo verso la postazione per
dare il cambio a Federico e Roberto. Il cielo è coperto, c'è un vento da nord-nord-ovest che intirizzisce.
La situazione meteo non cambia: continui passaggi nuvolosi da ovest.
Del resto le immagini meteosat scaricate alle 6 non lasciano spazio ai dubbi: sulla testa abbiamo uno strato
denso di nubi, talvolta minacciosamente nere, che lasciano ben poche speranze.
Tuttavia, lo sguardo è sempre fisso sugli orizzonti, nell'attesa di una striscia di azzurro.
Passano veloci i minuti.
Si avvicina l'ora dell'inizio dell'eclisse, poco prima del primo contatto, stimiamo una copertura di 6/8.
Fortunatemente c'è un "buco" di sereno proprio sul Sole.
Riprese ed elaborazioni di Roberto Marroni e Mauro del Romano
Passano i minuti, e le nuvole aumentano sempre più. Già alle 11.25 siamo immersi in una spessa coltre che
non ci lascia nemmeno immaginare dove si trovi il Sole.
Verso le 11.44 comincia a piovere, dapprima fine fine, poi a goccioloni sempre più grossi.
Senza che nessuno dica niente cominciamo a coprire gli strumenti con magliette, cellophanes, e k-way,
ma ci accorgiamo ben presto che la pioggia si intensifica sempre più, cominciando a diventare veramente
pericolosa per le apparecchiature.
Il Sole fa capolino dalle nuvole, ritiriamo fuori quel che si può, sempre con uno sguardo preoccupato ai
nuvoloni neri.
Dal rifrattore mi accorgo che l'eclisse è già molto avanti, la Luna ha appena occultato i tre grossi gruppi
di macchie posizionati quasi al centro, in basso.
La luminosità diminuisce, anche se ce ne accorgiamo poco perchè il cielo rimane nella maggior parte di
colore grigio scuro.
Gli uccellini intorno a noi non smettono di cantare, ignari di quello che sta per succedere.
Alle 12.09 le nuvole, che prima si trovavano all'orizzonte, si fanno sempre più avanti e in un batter
d'occhio siamo di nuovo sotto la spessa coltre.
Il morale è a terra, solo un immenso buco di azzurro nel grigio più totale ci permetterà di vedere la totalità.
Non ce lo facciamo ripetere due volte, saliamo in macchina, usciamo dal campo, arriviamo sulla strada
principale. Sono le 12.29.
ad andare più veloce: più in là si vede un buco di sereno....
Mancano 2 minuti.
Ad un certo punto scorgo il Sole, è una falce piccolissima, è in parte ancora nelle nubi, ma poco più in là
la situazione sembra peggiore.
Corriamo nel prato senza chiudere la macchina. Posiziono il cavalletto e punto il Sole con la videocamera,
mentre Sarah comincia a scattare foto con la macchina fotografica.
Il cielo diventa nero di colpo. Mi tremano le gambe e le mani, in parte perchè sono tutta bagnata,
nella maggior parte per l'emozione.
Anche Sarah trema.
E' bellissimo, qualcosa di incredibilmente affascinante e allo stesso tempo paurosamente strano.
Mi sembra tuttavia di scorgerne la maestosità.
Intanto tengo sotto controllo la telecamera, che continua il suo lavoro.
Saliamo in macchina, e facendo la strada a ritroso, ci accorgiamo che è come se non l'avessimo mai percorsa.
Ridiamo e piangiamo allo stesso tempo, conscie di aver assistito a qualcosa di eccezionale.
Ritorniamo alla base. Come previsto i nostri compagni non hanno visto niente, sono solo stati avvolti
dalle tenebre. Ci abbracciamo, felici di aver potuto fare delle foto e riprendere delle immagini.
Sperando di aver combinato qualcosa di buono, ci rimettiamo al lavoro, sempre cercando il Sole tra le nuvole.
Finalmente arrivano le 14.01.13. Dai nostri strumenti vediamo la Luna allontanarsi per sempre.
E' finita, almeno fino alla prossima eclisse...
Vorrei che tutti avessero potuto vederla totalmente, vorrei io stessa aver potuto vederla meglio,
con la corona...ma non è stato possibile. La delusione ci infonde un desiderio ancora maggiore di
osservarne un'altra, e ci sentiamo più agguerriti che mai:
gli strumenti, l'organizzazione, le persone sono state testate sul campo, ed ora conosciamo
le nostre potenzialità.
L’uso di testi, immagini e dati numerici è consentito solo per consultazione personale. Per ogni altro utilizzo richiedere autorizzazione a