Il transito di Mercurio sul Sole - 11 novembre 2019

di Luca Buzzi

Mercurio ripreso dalla sonda Messenger della NASA

Mercurio ripreso dalla sonda Messenger della NASA



Mercurio è il pianeta più piccolo del Sistema Solare, con un diametro di circa 4.900 km.
E' anche il più vicino al Sole, dal quale dista mediamente circa 58 milioni di km (la Terra ne dista 150 milioni). Orbita attorno al Sole in appena 88 giorni, e data la vicinanza la sua temperatura nelle zone illuminate è pari a circa 400°C. E' un mondo arido, privo di atmosfera e completamente craterizzato a causa degli impatti: molto simile dunque alla nostra Luna.
Assieme a Venere è un pianeta interno (più vicino al Sole rispetto alla Terra) e quindi periodicamente passa davanti al Sole. Se l'orbita di Mercurio fosse sullo stesso piano di quella terrestre, un transito sarebbe assai frequente e si ripeterebbe con periodo regolare di circa 116 giorni, tanto è il tempo che impiegano Sole, Terra e Mercurio ad allinearsi. In realtà, come per la Luna, l'orbita di Mercurio è sensibilmente inclinata rispetto all'orbita terrestre e il transito si può verificare soltanto quando Mercurio attraversa il piano dell'orbita terrestre. Questo avviene solo 13-14 volte al secolo, e solo nei mesi di Maggio e Novembre.

Nell'epoca delle esplorazioni spaziali in cui la conoscenza del sistema solare è talmente precisa da permettere a sonde automatiche di atterrare praticamente ovunque, il transito di Mercurio conserva ugualmente lo stesso fascino dei secoli passati, quando i transiti servivano per calcolare la distanza Terra-Sole.
Agli inizi del settecento, quando era ormai ben nota la teoria Newtoniana della gravità che muoveva i pianeti attorno al Sole, era ancora abbastanza incerta proprio la distanza tra i pianeti e il Sole. Un transito di Mercurio offriva una bella occasione per misurarla poiché in due luoghi differenti della terra il piccolo dischetto del pianeta appare proiettato in maniera leggermente differente sullo sfondo del Sole che fa da riferimento. Dalle osservazioni, con semplici triangolazioni e facendo uso delle leggi di Keplero, si risale alla distanza del pianeta.
A questo scopo erano organizzate spedizioni nei più remoti angoli della Terra, superando difficoltà logistiche e organizzative facilmente immaginabili, spesso avventurose.
Il primo che osservò un transito di Mercurio fu Pierre Gassendi nel 1631; nel 1677 Edmund Halley viaggiò fino all'Isola di S.Elena per poter osservare l'evento con una prospettiva differente da quella europea.
Ma anche in tempi più recenti misure precise dell'orbita di Mercurio sono state cruciali per validare la teoria della relatività generale di Einstein che prevedeva, come infatti accade, che tutta l'orbita di Mercurio ruoti su se stessa alla impercettibile velocità di 1/100 di grado per secolo, una precessione inspiegabile in base alla sola meccanica newtoniana.


Mercurio in transito nel 2016 - Fonte: NASA

Mercurio in transito nel 2016 - Fonte: NASA



Durante questi fenomeni i momenti più importanti si chiamano "contatti": sono quattro, due in ingresso e due in uscita. Solo in questi momenti si può osservare un effetto ottico interessante: il black drop.
Quando Mercurio entra completamente nel disco solare (secondo contatto), il lembo a contatto con il bordo solare si allunga fino a diventare una goccia, per poi riprendere dopo poco tempo la sua corretta forma. Studi recenti hanno dimostrato che si tratta di un effetto ottico causato dalla turbolenza atmosferica e dalle imperfezioni del mezzo ottico di osservazione.


L'effetto blackdrop di Venere nel transito del 2004. Foto Osservatorio Schiaparelli

L'effetto blackdrop di Venere nel transito del 2004. Foto Osservatorio Schiaparelli



Il transito di Mercurio (ma anche quello di Venere) avviene quando il pianeta si trova in congiunzione inferiore, ed il suo diametro è quindi massimo, pari a circa 10 secondi d'arco. Siccome il Sole ha un diametro medio di circa 30 primi d'arco, ne consegue che Mercurio è un dischettino largo appena 1/180 del Sole!
Il nostro occhio, nelle migliori condizioni di luminosità, arriva a percepire al massimo 60 secondi d'arco: di conseguenza Mercurio in transito è completamente invisibile ad occhio nudo.

E' indispensabile utilizzare uno strumento ottico (binocolo o telescopio) filtrato all'apertura con speciali filtri in Astrosolar o mylar: un filtro da avvitare all'oculare è da sconsigliare, perchè il calore potrebbe alla lunga danneggiarlo o romperlo, con nefaste conseguenze per il nostro occhio.
Il transito dell'11 novembre 2019 inizierà alle ore 13.35 italiane e per noi terminerà al tramonto del Sole (ore 16.58).


I dettagli del transito dell'11 novembre 2019

I dettagli del transito dell'11 novembre 2019



 
 
 
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