La parola "Luna" e la letteratura.
La Luna viene da sempre osservata dall'uomo.
L’"Osso di Blanchard" risalente a circa 30.000 anni fa (Uomo di Cro-Magnon) reca sulla superficie 69 incisioni dispostie a spirale. Hanno la forma di una falce, di un fagiolo o di una moneta, in progressione. I segni riportano le fasi della Luna nell’arco di due mesi e un quarto.
In un osso più recente, l’"Osso di Marche", risalente a 13 mila anni fa, sopra alla rappresentazione di alcuni cavalli stilizzati si individuano segni con forma lunare ancora più elaborati. Tali incisioni rappresenterebbero le osservazioni della Luna durante un periodo di sette mesi.
Nel dizionario etimologico della lingua italiana si fa derivare l'italiano Luna dal latino Luna, il quale avrebbe la sua origine nella radice indoeuropea leuk o luc, che significa "splendere". Il termine latino quindi equivarrebbe a "la luminosa".
Altri sostengono che in latino Luna sia la contrazione di Lucina, appellativo dato alle dee lunari Diana e Giunone allorché venivano in aiuto delle partorienti.
Anche il tedesco "Mond" e l’inglese "Moon" derivano dal nome di una divinità, "Men".
Nella Letteratura italiana la parola "Luna" appare per la prima volta nel Cantico delle creature di San Francesco: "Laudato sì, mì signore per sora Luna e le stelle; ..." nel 1224.
Dante Alighieri dedica alla Luna molte terzine della Commedia ed il secondo canto del paradiso è quasi un trattato su di essa. In Leopardi la Luna diventa ispiratrice di moti lirici e riflessioni filosofiche come nel Cantico di un pastore dell’Asia minore. Nella letteratura più recente essa conserva la sua dimensione mitica ed emotiva ma incorpora anche la dimensione scientifica. Così Italo Calvino nelle sue Cosmocomiche di tema lunare, scritte nella prima metà degli anni sessanta, fa precedere alcuni dati scientifici, esposti con fredda oggettività, allo sviluppo della sua "fiaba".
La pancia della Luna.
Nella cultura popolare si individua un modo molto semplice per sapere se la Luna è crescente o calante:
gobba a ponente luna crescente
gobba a levante luna calante
Quando la pancia è rivolta ad Ovest siamo in Luna crescente, quindi verso la Luna piena mentre è calante se è rivolta verso Est ,quindi verso la Luna nuova.
La luna ed il mito.
Fin dai tempi più remoti la Luna fu portata agli onori degli altari e venerata dagli Egizi, dai Fenici, dai Persiani, dai Greci, dai popoli italici e dai popoli di tutto il mondo.Il suo culto è presente anche se in modi diversi, presso tutte le culture e le antiche civiltà. Gli etnologi infatti, sono riusciti a contare ben 1008 nomi diversi per indicare il nostro satellite.
Gli antichi Egizi l'adoravano col nome di Iside sul cui petto e sul capo era rappresentata una falce crescente Per gli Assiri ed i Babilonesi si chiamava Sin-Samas-Istharn. Questo dio era considerato come l’astro che cresce e decresce creando se stesso. Nella fenicia era molto diffuso il culto di Astarte, raffigurato con una falce di Luna sulla fronte.
Nel mondo classico i due figli di Latona: Apollo e Diana erano identificati col Sole e la Luna. A Efeso la Luna era adorata col nome di Lucina. Essa era la dea della fecondità, avendo avuto cinquanta figli dal pastore Endimione, culto perciò particolarmente praticato dalle donne. A Diana venivano offerti i doni della terra, cervi bianchi, arieti e buoi. Nell’antica religione romana non mancavano i sacrifici umani sia a Diana che ad Artemide, dea della luce notturna, ovvero dea lunare.
Nel mondo romano Diana Lucina fu ufficialmente onorata fino al IV secolo dopo Cristo con la solenne processione notturna del 13 agosto, fatta da donne che tenevano in mano una torcia. Durante il medioevo, la venerazione della dea venne ripetutamente investita dagli anatemi della chiesa e demonizzata. Ma Artemide-Diana, in realtà, era una figura protettrice: "puniva coloro che violentavano le vergini e si macchiavano di ogni altra sopraffazione, così come puniva coloro che esercitavano la caccia in modo selvaggio, effettuando una distruzione senza limiti. Anche i cuccioli, al pari dei bambini, erano sotto la sua protezione e dovevano essere risparmiati" . La dea assisteva le partorienti e le balie, presiedeva alla crescita di ogni genere. Veniva invocata fino a una cinquantina di anni fa in filastrocche che si ripetevano quasi invariate in numerosi paesi della Sardegna centrale. Le ragazze le recitavano sedute in cerchio e battendo le mani, oppure in girotondo ad occhi chiusi, dopo aver guardato la luna.
In Grecia il culto degli astri fu introdotto dal vicino Oriente , venne così adorata anche Selene, la Luna sotto forma di donna.
Gli Arabi l’adoravano sotto il nome di al-Lâ t che significa "nume dei numi".
Presso i popoli germanici essa era una cacciatrice che cavalcava nella notte attraverso la foresta e di giorno in luoghi desolati sotto la forma di una bellissima donna. I documenti medioevali germanici le danno il nome di Holda o Holle "la benevola" e la figura di una strega.
Nel pantheon nipponico la Luna, chiamata Tsuki-yomi-no-kami, occupa uno dei posti più elevati insieme a Amaterasu, la dea del Sole.
Grandi e piccoli templi furono innalzati in suo onore. Possiamo ricordare il tempio della Dea Caelestis presso Cartagine, il tempio di Diana in Aventino ed il tempio di Efeso.
Ancora oggi, nel centro dell’Africa, il popolo dei Watussi, venera la Luna.
Calcolo della data della Pasqua.
Anche se il calendario usato dalla maggior parte dei popoli è solare, la Luna entra a farne parte per ciò che riguarda il calcolo della data della Pasqua. La Resurrezione di Gesù avvenne la prima Domenica dopo l’Equinozio di Primavera. Dato che l’Equinozio cade sempre il 21 Marzo, si cerca il primo giorno dopo di esso in cui la Luna è piena e la Domenica successiva sarà la Pasqua. Se il plenilunio avviene subito dopo il 21 marzo allora la Domenica successiva sarà Pasqua. In questo caso la Pasqua è detta bassa. Se il plenilunio avviene il 20 marzo, che è prima dell’Equinozio bisogna aspettare il successivo plenilunio che sarà il 18 aprile e la Pasqua sarà detta alta.
In conclusione la Pasqua oscilla in un periodo che va dal 21 marzo al 25 Aprile.
La Luna sull’orizzonte.
Quando si osserva la luna appena sorta o poco prima del suo tramonto e si confrontano le dimensioni del disco con quando è alta nel cielo ci si accorge di uno strano fenomeno: Il disco lunare sembra più grande quando la Luna è bassa.
Diverse sono le spiegazioni che nei secoli sono state espresse per questo fenomeno. L’ipotesi più attendibile è, però, quella di Delaunay, che si appella alla psicologia dalla percezione. Quando noi osserviamo la Luna, lungo l’orizzonte gli alberi, le case, le montagne, eccetera, fanno da riferimento e possiamo mettere in relazione il nostro astro con essi. Quando la Luna è alta nel cielo non ci sono punti di riferimento. In definitiva si tratta di un’illusione ottica, non esclusiva della Luna perché anche il sole e le stelle sembrano più grandi lungo l’orizzonte.
Un’altra particolarità della Luna sull’orizzonte è la sua colorazione rossastra . L’atmosfera filtra la luce bianca del Sole che la illumina e lascia passare solo la lunghezza d’onda maggiore corrispondente a quella del rosso. Via via che la Luna sale lo strato d’aria diminuisce di spessore ed una parte sempre minore di radiazione viene assorbita. Così la luna alzandosi nel cielo cambia la sua colorazione
Un fattore importante nella colorazione della Luna è l’umidità dell’aria. In generale, maggiore è l’umidità maggiore è la colorazione rossastra.
Anche lo smog e l’inquinamento hanno effetti sulla colorazione.