Marte fotografato a Campo dei
Fiori il 10 Giugno e il 4 Agosto
Le grandi
opposizioni
Il 6 Settembre 1956 un gruppo di appassionati varesini si riuniva per iniziativa di Salvatore Furia per osservare al telescopio il pianeta Marte che era in procinto di arrivare al punto di minima distanza dalla terra. Nasceva cosi la società astronomica G.V. Schiaparelli. Nel 1964 il sogno di quei pionieri si concretizzava con la costruzione dell'Osservatorio Astronomico che oggi tutti i varesini conoscono sulla cima del monte Campo dei Fiori ove il cielo è più scuro e pulito, al di sopra delle nebbie invernali e a distanza dalle luci cittadine. Nel mese di Agosto di quest'anno si riproporrà l'evento di allora, con il pianeta rosso ancora, ma di poco, più vicino alla terra, solo 55.7 milioni di Km, quasi un milione meno che nel 1956. Quello del 28 Agosto 2003 è infatti un avvicinamento eccezionale poiché Marte non era mai stato cosi vicino alla terra da 60'000 anni. Gli avvicinamenti tra la terra e Marte avvengono quando Marte si trova esattamente nella direzione opposta al sole, da cui il nome di "opposizioni". Tale configurazione si verifica ogni 26 mesi circa ma siccome l'orbita marziana è abbastanza ellittica, alcune opposizioni (quelle che avvengono a fine agosto - inizio settembre) sono molto più ravvicinate delle altre e vengono chiamate "grandi opposizioni". La distanza tra Marte e la terra all'opposizione puo' variare da 56 milioni di Km nei casi più favorevoli fino a 100 milioni di Km nei casi sfavorevoli. Conseguentemente anche il diametro apparente del pianeta Marte varia considerabilmente, essendo 1/72 di quello della luna nei casi favorevoli e 1/130 di quello della luna (quasi la metà) nelle opposizioni più sfavorevoli. Si capisce dunque perchè le grandi opposizioni, che si susseguono con intervalli di 15/17 anni, (l'ultima è stata nel 1989) siano sempre state occasioni privilegiate per l'osservazione del pianeta rosso. Fu ad esempio durante l'opposizione del Settembre del 1857 che l'astronomo G.V. Schiaparelli (a cui tra l'altro è dedicato l'osservatorio varesino) disegno' per la prima volta i canali che tanto fecero fantasticare i posteri sull'esistenza di vita marziana.
Le osservazioni da terra
La storia dell'esplorazione di Marte è legata alle osservazioni di molti astronomi italiani a partire da Giandomenico Cassini, astronomo reale alla corte del Re Sole che con i rudimentali telescopi del 1600 riusci a determinarne il periodo di rotazione dai pochi dettagli visibili e la distanza, confrontando la posizione del pianeta tra le stelle se osservato da Parigi e dalla Guyana durante l'opposizione del 1672. Fino all'opposizione del 1877 non si registrarono altri progressi significativi e fu un altro italiano, Giovanni Virginio Schiaparelli a tracciare in maniera precisa dall'osservatorio di Brera la prima mappa del pianeta, base di quella successivamente accettata dalla comunità astronomica mondiale prendendo i nomi dalla sua elegante cultura classica. Cosi i dettagli principali del pianeta rosso portano i nomi della geografia dell'antico Mediterraneo. Troviamo l'antica pianura del Po (Eridania), l'antico nome della nostra penisola (Ausonia), il mare Thyrrenum e l'Hadriaticum, la grecia (Hellas), il golfo della Sirte (Syrtis Mayor), la Lybia e la Spagna (Hesperia), i laghi del Nilo (Niliacus Lacus), solo per citarne alcuni.
I canali di Marte in un disegno di Schiaparelli |
Nelle opposizioni successive lo sforzo visivo di Schiaparelli lo porta ad arricchire di molti dettagli lunghi e sottili le sue mappe, dettagli confermati da altri osservatori, all'osservatorio di Nizza e persino con il grande rifrattore da 91 cm di Lick, il più grande di allora. Ma i "canali", come vengono battezzati, sono al limite delle possibilità di visione per i telescopi e gli astronomi dell'epoca e nessuno puo' davvero dimostrare o negare con certezza la loro esistenza. Nell'opposizione del 1894 comincia le sue osservazioni di Marte Percival Lowell, facoltoso astronomo americano che dispone di un osservatorio privato dotato di un ragguardevole telescopio da 60 cm con il quale conferma l'osservazione dei canali e propone suggestive ipotesi sulla loro natura. gli par di vedere che i canali appaiono gonfiarsi con ritmi stagionali partendo dalla calotta polare, come se trasportassero acqua, e identifica nelle intersezioni le oasi di vegetazione nel deserto del pianeta rosso entro cui i marziani avrebbero edificato le loro città. Queste tesi vengono sostenute con prosa brillante in molti libri divulgativi che guadagnano il favore del pubblico americano e possiamo senz'altro dire che furono i primi libri di fantascienza, spingendosi fino ad immaginare un'organizzazione socialista dei marziani che si sarebbero organizzati per costruire i canali al fine di distribuire equamente sul pianeta la poca acqua disponibile. Conclusioni troppo frettolose, oggi lo sappiamo, che vennero a poco a poco smentite dagli astronomi agli inizi del '900 che in quelle poche notti con l'atmosfera eccezionalmente tranquilla che permettevano di sfruttare appieno il potere dei più grandi telescopi, dissolsero i canali di Schiaparelli in una miriade di minutissimi dettagli relegando le opere idrauliche dei marziani a illusioni ottiche. Come ebbe a dire Antoniadi a seguito di una serata eccezionale passata al telescopio da 83 cm dell'osservatorio di Parigi nel 1909, Schiaparelli aveva disegnato lo "scheletro" di Marte. Il resto lo avrebbero fatto le sonde, che dal 1965 si accostarono al pianeta, distruggendo per sempre l'illusione di una civiltà marziana che ancora Wells fantasticava nella "Guerra dei mondi" in cui guerrieri marziani invadevano il nostro pianeta.
Come e dove osservare Marte
quest'estate. Le serate dell'Osservatorio
Marte puo' essere facilmente individuato a
causa della sua elevata luminosità, non troppo alto verso Sud
dopo la mezzanotte, tra le deboli stelle della costellazione
dell'acquario ove brillerà di vivida luce arancione. Sarà
l'oggetto più luminoso del cielo notturno. Il 15 Agosto sorge
alle 21:20 per culminare alle 2:30 del mattino mentre a inizio
settembre sorge già verso le 20 e culmina alla una di notte.
L'aspetto del cielo alle h 3 di mattina verso SE. |
Ad occhio nudo oppure con un binocolo apparirà
ancora puntiforme come una stella mentre già un piccolo
telescopio a 100 ingrandimenti potrà rivelare le caratteristiche
che lo rendono cosi simile alla terra: Bianche calotte polari e
macchie rosse e verdastre che mutano con le stagioni. Non il
segno dei cicli della vegetazione come ipotizzato dagli astronomi
del passato, solo tenui tempeste di sabbia.
Le serate migliori saranno quelle limpide (a causa della scarsa
altezza sull'orizzonte) ma soprattutto tranquille (con calma di
vento, anticicloniche), per evitare la tremolazione dell'immagine
dovuta alla turbolenza dell'atmosfera terrestre.
L'Osservatorio Astronomico di Campo dei Fiori, nella sua
tradizione di divulgazione, organizzerà 2 serate di osservazione
pubblica al telescopio dedicate al pianeta rosso nelle notti del
27 Agosto e 6 Settembre precedute da una conferenza introduttiva.
E' necessaria la prenotazione al numero 0332-235491.
Le sonde spaziali
Tracciare la storia delle esplorazioni spaziali
del pianeta Marte è ormai lungo e laborioso per le numerose
sonde che hanno raggiunto il pianeta in quarant'anni.
Ripercorreremo soltanto le tappe principali di questa
esplorazione mettendo in evidenza i principali contributi di ogni
missione. Il dettaglio delle nostre conoscenze di questo pianeta
è ormai tale che lo si puo' considerare un soggetto di studio
per geologi e meteorologi piuttosto che per astronomi.
Dopo numerosi insuccessi fin dal 1960, il Mariner 4 (USA) riesce
nel sorvolo di Marte nel Luglio del 1965 e invia a terra 22
fotografie di suolo arido e fortemente craterizzato che
cancellano d'un tratto le fantasiose ipotesi sui marziani. Viene
misurata anche l'atmosfera che risulta composta da anidride
carbonica con pressione al suolo tra 5-10 hPa (1013 sulla terra)
lasciando pero' alle successive missioni la soluzione di
innumerevoli misteri sulla storia geologica, sull'esistenza
dell'acqua e di qualche forma primitiva di vita magari in un
lontano passato.
In piena guerra fredda, la competizione è
forte anche per la "conquista" di Marte e cosi il primo
atterraggio su Marte riesce per primo nel 1971 alla sonda russa
MARS 3 che invia immagini video per 20 secondi! Nello stesso anno
entra in orbita attorno al pianeta il Mariner 9 che compie le
prime osservazioni dettagliate della superficie e dei due
satelliti.
Nel 1976 Marte viene raggiunto dalle sonde
Viking 1 e 2, ciascuna dotata di una sonda orbitante e di un
rover che si sarebbe posato al suolo. Gli orbiter effettuarono
una completa mappatura del pianeta, con risoluzione di 300 metri,
inviando a terra qualcosa come 52'000 fotografie mentre i lander
atterrarono sulla Cryse Planitia e sulla Utopia Planitia con
sofisticatio strumenti di analisi, anche al fine di evidenziare
eventuali tracce organiche. Sui risultati di queste sonde si è
aperto un dibattito che dura ancora.
Ai successi dei Viking segue un lungo periodo senza che nuove
sonde raggiungano il pianeta rosso. Le missioni sovietiche del
1988 Phobos1 e 2 si perdono nello spazio e cosi pure l'americana
Mars Observer del 1992.
Una nuova stagione dell'esplorazione di Marte
di apre il 4 luglio 1997 quando si posa sul suolo marziano la
sonda "Path Finder" nei pressi di Ares Vallis (fascia
equatoriale dell''emisfero Nord) attrezzata per osservazioni
meteorologiche e per preparare il terreno alla successiva
missione Mars Global Surveyor. Misura temperature al suolo tra
-70 e -12 gradi (estate!) e sbalzi di pressione fino al 4% in un
giorno (10 volte più che sulla terra) che sono in grado di
sollevare forti venti. Il piccolo rover analizza una decina di
rocce, trovandone una dissimile dalle altre, forse trasportata
dal flusso dell'acqua.
Nel 1996 viene lanciata la Mars Global Surveyor
che ha mappato dettagliatamente il pianeta dal marzo '99 al 31
gennaio 2001, e successivamente avrebbe dovuto funzionare come
ripetitore radio per le successive missioni al suolo. Purtroppo
invece nel 1999 entrambe le missioni Polar Lander e Climate
orbiter vengono perse e le analisi al suolo devono essere
rimandate a future missioni.
La ricerca dell'acqua nascosta di Marte è
l'obiettivo dell'ultima sonda ad avere raggiunto il pianeta
rosso, la Mars Odissey che dal 2001 è entrata in orbita marziana
equipaggiata con strumenti per la misura dell'idrogeno (e quindi
dell'acqua) fino a qualche metro di profondità. Sta inoltre
producendo una mappa geologica della superficie marziana e misure
della radiazione cosmica che potrebbe essere potenzialmente
dannosa per i futuri astronauti.
visione pittorica della sonda europea Beagle sul suolo marziano |
Sfruttando l'avvicinamento tra Marte e la Terra
dell'agosto 2003, tre nuove missioni sono in viaggio verso Marte.
Una sonda americana, il Mars Exploration Rovers (USA), il cui
arrivo è previsto per il Gennaio 2004, dotata di due potenti
veicoli mobili equipaggiati con un vero laboratorio geologico e
capaci di percorrere fino a 40 metri al giorno. L'ente spaziale
europeo ha invece dedicato la missione "Mars Express"
allo studio dell'acqua nascosta anche centinaia di metri nel
sottosuolo per mezzo di un modulo orbitante mentre il
"Beagle" (dal nome del vascello di Darwin) atterrerà
sul pianeta e cercherà qualche traccia di vita presente o
passata anche trapanando il suolo fino a 1 metro di profondità
per analizzare rocce intatte e non corrotte dall'azione
dell'atmosfra marziana. La vita passata verrà ricercata
misurando nelle rocce il rapporto tra gli isotopi dell'atomo di
carbonio e analizzando la cristallizzazione delle rocce
carbonatiche eventualmente presenti mentre quella recente
cercando tracce sia pur minime di metano, composto prodotto dai
batteri. La Mars Express dispone inoltre di un microscopio per
inviarci direttamente microimmagini dei campioni raccolti. Infine
il Giappone ha inviato la sonda Nozomi che pero' purtroppo sembra
già in avaria e probabilmente non raggiungerà mai il suo
obiettivo.
I segni del passato di Marte:
La grande quantità di dati raccolti dalle
sonde ci permette di ricostruire un'immagine dettagliata del
pianeta Marte anche se ad oltre cento anni dalle osservazioni di
Schiaparelli, la natura dei suoi canali (questa volta davvero
osservati dalle sonde) resta controversa.
Già con i telescopi terrestri è possibile osservare i movimenti
dell'atmosfera marziana che, come abbiamo detto, è molto tenue e
composta da anidride carbonica per il 95%. L'anidride carbonica,
con i suoi passaggi di stato, determina il movimento dei venti.
Quando una calotta polare entra nell'inverno marziano, l'anidride
carbonica atmosferica si deposita in strati di ghiaccio secco
facendo diminuire la pressione atmosferica. La bassa pressione
polare richiama cosi forti venti dall'equatore che trasportano le
tempeste di sabbia stagionali visibili anche da terra. La
piccolissima percentuale di acqua comunque presente genera tenue
nubi, simili ai cirri terrestri che si addensano soprattutto
attorno ai grandi vulcani spenti quali il Nix Olimpica che già
Schiaparelli poteva osservare come macchie biancastre da cui il
nome "Nevi dell'Olimpo".
Altimetria marziana dai dati della Mars Global Surveyor (NASA). Il blu segna le depressioni. Si noti come tutto l'emisfero settentrionale risulti più basso di quello settentrionale e l'evidente depressione del grande cratere da impatto di Hellas (in basso a destra) |
Di gran lunga più interessante è la geologia
marziana che ci racconta di un passato molto movimentato e
diverso dal freddo e polveroso deserto di oggi.
Durante il progressivo raffreddamento seguito alla formazione del
pianeta, la crosta superficiale solidificandosi si è dilatata
formando altipiani (Tharsis) lungo l'equatore intervallati da
grandi vulcani (Nix Olimpica) e regioni montagnose assai
corrugate (Vallis Marineris, ad esempio), pressappoco come è
successo all'alba della storia geologica terrestre. In queste
epoche antiche (fino a 1 miliardo di anni fa) la lava fuoriuscita
dai vulcani ha riempito grandi bacini creati dall'impatto di
meteoriti quali Argyre ed Hellas che assomigliano ai
"mari" lunari.
In quest'epoca, proprio come avvenne sulla terra, i vulcani
immisero grandi quantità di gas serra (come l'anidride carbonica
e il vapor d'acqua) nell'atmosfera marziana rendendola più densa
e scaldando il pianeta cosicchè era possibile avere acqua
liquida in superficie, forse addirittura degli oceani che
riempirono i bacini dell'emisfero settentrionale che difatti
appaiono assai meno craterizzati della parte meridionale di
Marte, avvalorando l'ipotesi della presenza dell'acqua che li
avrebbe cancellati grazie alla sua azione erosiva.
Immagine di reticolato fluviale dendritico fossile, simile a quello dei fiumi estinti del Sahara (da Mars global surveyor - NASA) |
Grazie alle dettagliatissime fotografie della
Global Surveyor, è stato possibile identificare numerose zone
del pianeta ove esistono reticolati fluviali fossili o canali
torrentizi sui bordi rialzati dei crateri che avvalorano
l'ipotesi affascinante che su Marte siano esistite delle piogge e
quindi l'intero ciclo dell'acqua con fiumi, laghi, oceani.
L'attività vulcanica di Marte pero' cesso' molto prima di quella
terrestre, poiché un pianeta più piccolo si raffredda più in
fretta, anche nel suo interno, e la temperatura superficiale
scese progressivamente. L'acqua probabilmente in parte sfuggi
dall'atmosfera e in gran parte congelo' nelle calotte polari
(come dimostrato dalle immagini termiche della sonda Mars
Odissey) e sotto la superficie sotto forma di permafrost, un po'
come avviene anche sulla terra in Siberia o in Alaska.
Singoli episodi caldi si ripeterono ancora di tanto in tanto, sia
per l'eruzione isolata di qualche vulcano, sia per sbalzi
dell'asse di rotazione Marziano che puo' oscillare molto più di
quello terrestre per l'assenza di una luna e per la vicinanza del
gigante perturbatore Giove.
Cosi l'acqua gelata del sottosuolo potè liquefarsi e uscire
improvvisamente riempiendo canali di deflusso enormi, grandi
centinaia di volte il Rio delle Amazzoni per poi evaporare o
scomparire nuovamente nel sottosuolo.
La vita su Marte
Sembra ormai certo che su Marte vi fu un tempo
ricco di acqua in superficie e ancora oggi molta acqua risiede
nel sottosuolo. Vi furono anche le condizioni per lo sviluppo
della vita? E' possibile ancora trovarne delle tracce?
I primi esperimenti volti a cercare molecole organiche a bordo
delle sonde Viking diedero esito negativo, ma d'altra parte c'è
poco da aspettarsi dalle rocce superficiali inondate da raggi
ultravioletti sterilizzanti (su Marte non esiste la protezione
dell'Ozono, tanto preziosa per la terra).
Immagine al microscopio elettronico di ipotetici batteri fossili ritrovati dentro un meteorite di provenienza marziana (NASA) |
La questione resta dunque più che mai aperta.
Ipotesi affascinanti sono state proposte dalla NASA nel 1996 in
seguito all'analisi di un meteorite (chiamato ALH84001) trovato
in Antartide e proveniente da Marte, scagliato nello spazio in
seguito all'impatto con un asteroide, vecchio di oltre 4 miliardi
di anni.
All'interno sono stati trovati idrocarburi policiclici aromatici,
i mattoni delle molecole biologiche ed inoltre globuli di
carbonati stratificati associati a magnetite e solfuri di ferro,
simili a quelli prodotti da colonie batteriche terrestri. Il
microscopio elettronico ha inoltre mostrato strutture allungate
di dimensioni di soli 0,2 millesimi di millimetro, forse tracce
fossili di batteri primordiali, tuttavia molto più piccoli della
maggior parte dei batteri che oggi conosciamo (decine di
millesimi di mm). Ipotesi, indizi, per ora nulla di più.
Pero', alla luce di queste osservazioni, ci aspettiamo molto
dalle nuove sonde che raggiungeranno Marte quest'inverno. In
particolare il "Beagle" europeo (vedi capitolo sulle
sonde) è interamente dedicato alla ricerca di tracce di vita
fossile. Forse aggiungeremo altri indizi, difficilmente certezze.
Marte e la Terra cosi simili nella loro infanzia sono ora mondi
incommensurabilmente distanti e la vita su Marte potrebbe essere
stato solo un timido germoglio avvizzito da una gelata precoce.
[ Osservatorio Astronomico | Novità ]
Home page Cittadella di Scienze della Natura - Varese
1996-2003©
Società Astronomica G.V.Schiaparelli :
l'uso di testi, immagini e dati numerici è consentito solo per
consultazione e scopo personale.
Per ogni altro utilizzo richiedere autorizzazione a:
Società Astronomica G.V.Schiaparelli
Last Updated on 20/8/2003
QUESTE PAGINE SONO
OFFERTE DA: