LE ULTIME SCOPERTE DALLA SONDA "GALILEO" IN ORBITA INTORNO A GIOVE

Tempo verrà in cui una ricerca diligente

e di lunga durata metterà in luce cose che oggi sono nascoste.

............La Natura non rivela i suoi segreti tutti in una volta.

(Seneca, Naturales quaestiones, I secolo)


Galileo ci mostra grandi cambiamenti

sulla superficie della luna vulcanica Io

43K

Note:

Questa immagine ripresa il 28 giugno 1996 dalla sonda NASA "Galileo" mostra un nuovo pennacchio vulcanico che si innalza per circa 100 Km dalla superficie (evidenziato anche nel particolare in basso a sinistra). Il colore blu è dovuto alla presenza di biossido di zolfo. Dal passaggio delle sonde Voyager nel 1979 i colori dei materiali sul suolo di Io e la loro distribuzione sono cambiati in modo molto evidente. Le due immagini a destra mettono in confronto lo stesso vulcano (denominato Ra Patera). In alto l'immagine del Voyager, in basso quella di Galileo. Si osserva che un'area di circa 43.000 Km² (quasi il doppio della superficie della Sardegna) è stata completamente rimodellata dal vulcano.

E' quindi confermato che Io è il corpo del sistema solare con l'attività vulcanica più intensa. Questa presenta tuttavia notevoli differenze con l'attività vulcanica terrestre. Infatti su Io il vulcanismo è generato dalle enormi forze di marea, dovute al vicinissimo Giove (421.600 Km - poco più della distanza che separa la Luna dalla Terra), che continuamente comprimono e allungano il satellite riscaldandone l'interno. Nessun vulcano terrestre riesce a lanciare le proprie eruzioni alle grandi altezze dei vulcani di Io, ciò anche a causa della minore forza di gravità su Io.

80K

Note:

Tre immagini a colori della luna vulcanica Io, riprese dalla sonda NASA "Galileo". Dal passaggio delle sonde Voyager, avvenuto 17 anni fa, una dozzina di aree grandi almeno quanto la regione Lombardia sono state completamente rimodellate dall'intensa attività vulcanica. Le aree rossastre sembrano essere associate con depositi vulcanici molto recenti, eruttati in forma di pennacchio. L'ovale rosso più appariscente (terza immagine a destra) circonda il vulcano Pele. La macchia di colore rosso intenso ad est di Pele (sua destra nella foto) corrisponde al pennacchio vulcanico attivo di Marduk.

Una delle grandi possibilità offerte da Galileo è l'osservazione dettagliata dell' evoluzione temporale nell'aspetto superficiale del satellite Io. Le immagini a sinistra sono del Voyager 1 (sopra, aprile 1979) e del Voyager 2 (luglio 1979). L'immagine più grande è di Galileo (giugno 1996). La figura ovale visibile in ognuna delle immagini è il vulcano Pele, in piena attività, visto quasi perpendicolarmente sopra il pennacchio vulcanico. Le tre immagini mostrano che l'anello di ricaduta del materiale eruttato cambia in forma e colore molto rapidamente. Gli scienziati ritengono che il materiale rossastro sia costituito da depositi di zolfo, eruttati dal vulcano. Il pennacchio vulcanico che vediamo in questa immagine ha un'ampiezza massima di circa 1000 Km !

Gli occhi elettronici di Galileo vedono gli oggetti anche in modi molto particolari. Questa immagine mostra i punti caldi di Io, dovuti all'attività vulcanica ed i bagliori delle aurore sul suo lato oscuro. I punti rossi sono zone vulcaniche con temperature di circa 470 gradi centigradi. Le aurore, che qui vediamo in colore verde, sono dovute all'emissione luminosa prodotta dalla tenue atmosfera di Io, composta da atomi di ossigeno e zolfo resi attivi dalla radiazione alimentata dal campo magnetico di Giove, che avvolge l'intero satellite.


TORNA ALLA PAGINA LE ULTIME SCOPERTE DALLA SONDA GALILEO