L'ultimo volo dello Space Shuttle - 21 luglio 2011
Oggi 21 luglio 2011 lo Shuttle Atlantis toccherà per l’ultima volta la pista del Kennedy Space Center, da dove è partito l’8 luglio scorso. Si chiude così una importante parentesi della giovane storia dell’esplorazione spaziale.
Lo Shuttle va in pensione senza aver dato i risparmi sperati, e la Nasa soffre di gravi restrizioni di bilancio. Per ora non sarà sostituita da una nuova linea di navicelle, e le più economiche Soyuz sovietiche provvederanno al trasporto di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. Ancora un passo verso una cooperazione senza confini.
Il progetto di realizzare uno spazio-plano che avesse la possibilità di rientrare sulla Terra come un aereo, e quindi riutilizzabile, ebbe inizio durante la presidenza Nixon nel 1969, con il coronamento di quel progetto avveniristico di portare un uomo sulla Luna, lanciato appena otto anni prima da Kennedy e realizzato con i razzi Saturno V e le navicelle Apollo.
Un’avventura che si è concretizzata il 12 aprile 1981 con il lancio del Columbia, mentre in tutto il mondo si ricordavano i 20 anni dal volo del primo uomo nello spazio, il russo Yuri Gagarin.
Trent’anni sono passati con 135 missioni e quasi 900 milioni di chilometri percorsi nello spazio, ben 355 gli astronauti che hanno viaggiato sugli Shuttle, tra i quali gli italiani Franco Malerba nel 1992, seguito da Roberto Vittori, Umberto Guidoni e Paolo Nespoli.
Delle tante missioni che hanno impegnato gli astronauti nella costruzione della stazione Internazionale, in esperimenti scientifici, con progressi in campo medico, nell’agricoltura, nella scienza dei materiali, vogliamo ricordarne una in particolare: 24 aprile 1990 il Discovery porta in orbita il telescopio spaziale Hubble posizionandolo 600 Km. Di distanza dalla Terra.
Da allora ben tre missioni sono state effettuate per interventi di riparazione del telescopio, e fu proprio con l’Atlantis che l’11 maggio 2009 la NASA operò l’ultima missione di riparazione e ammodernamento per regalare all’Hubble ancora 5 anni di lavoro, assicurando alla scienza una valanga di dati su cui lavorare e a noi alcune delle più impressionanti e suggestive immagine dell’Universo.
In questi trent’anni lo Shuttle ha vissuto momenti di gloria, ma anche due amare sconfitte con la tragedia del Columbia e del Challenger con 14 vite umane spente in nome della conquista dello spazio.
L’uomo è sempre stato un esploratore, e fin dalle epoche remote si è posto la domanda di che cosa ci fosse lassù nel buio cielo costellato da migliaia di piccole luci brillanti, le stelle.
Questa spinta alla ricerca di ciò che non conosciamo ci ha guidato nello spazio: abbiamo messo piede sulla Luna, abbiamo realizzato una stazione spaziale dove gli astronauti soggiornano per mesi, con i robot siamo arrivati su Marte, e le nostre sonde si sono spinte fino al confine del Sistema Solare, esplorando per noi i pianeti che insieme alla Terra ruotano intorno al Sole. Dagli oblò delle navette spaziali il nostro pianeta appare meraviglioso con i suoi colori, unico tra tutti i pianeti del Sistema Solare: così lontane appaiono le grandi sfide che ci attendono per salvaguardarlo.
Cosa ci riserva il futuro dell’uomo nello spazio? Il nostro cercare è un’impresa impossibile?
Lasciamo la parola al grande poeta T. S. Eliot:
“..non dovremmo smettere di esplorare,
e alla fine delle nostre esplorazioni
arriveremmo là donde partimmo
come a un luogo sconosciuto…..”
Nadia Comunetti
Società Astronomica “G. V. Schiaparelli”








