"Giovanni Virginio Schiaparelli"
Giovanni Virginio Schiaparelli nacque a Savigliano nel 1835 e morì a Milano nel 1910.
Fu astronomo, matematico, storico e umanista. Cultore delle lingue, studiò il tedesco, il latino, il greco, il sanscrito e
l'arabo.
Lavorò all' Osservatorio di Brera per 40 anni, coprendo l'incarico di direttore per 38 anni.
Eseguì ricerche di grande importanza su Marte osservando i famosi
canali, che successivamente vennero riconosciuti come illusioni ottiche, rifiutandone
egli tuttavia facili interpretazioni non basate su prove concrete.
Egli stesso ne cambiò la denominazione, definendoli più tardi linee.
Fu il fondatore dell' areografia (geografia marziana): prima di lui lo studio della
superficie di Marte si era limitato ad un disegno libero dell'immagine osservata, mentre egli impostò l'osservazione su
rigorose misure micrometriche, stabilendo una rete di punti fondamentali nella quale rappresentò la superficie del
pianeta.
Determinò il periodo di rotazione di Marte, compì studi su Venere, Mercurio e sulle stelle doppie studiandone 1100
nell'arco di 11000 osservazioni.
Importanti furono i suoi studi sulle comete che lo portarono a
comprendere l'esistenza di una forza repulsiva proveniente dal sole e agente sulle loro code. Spiegò correttamente la
periodicità degli sciami meteorici come dovuta alla dissoluzione delle comete, applicando in particolare la teoria alle
Perseidi , più note come
stelle cadenti di S.Lorenzo.
Scoprì il pianetino Esperia.
Si occupò di statistica stellare e di storia dell'astronomia, di geofisica , geodesia e matematica.
Il contributo di Schiaparelli alla storia dell'astronomia fu eccezionale essendo egli in grado di attingere alle fonti originali
nelle antiche lingue del mondo ellenico, ebraico, indiano e assiro-babilonese.
Dedichiamo queste pagine alla sua memoria, mentre la nostra conoscenza del pianeta Marte si amplia sempre più,
grazie alle numerose sonde che operano sul suolo sul pianeta (i rover Opportunity e Spirit) o ne effettuano misure
orbitandovi attorno (breve
storia dell'esplorazione di Marte ). riflettendo sulla profondità e verità di quanto egli ebbe a scrivere nella memoria
"Le sfere omocentriche di Eudosso, di Callippo e di Aristotele - Pubblicazione del Reale Osservatorio di Brera Milano -
1875 - pag.5" :
Nel prender a meditare sui monumenti dell'antico sapere, inspiriamoci, o lettore, a quel
rispetto ed a quella venerazione che si devono avere per coloro, che, precedendoci in un'ardua strada, ne hanno a noi
aperto ed agevolato il cammino.
Con questi sentimenti impressi nell'animo ben ci avverrà d'incontrare osservazioni imperfette e speculazioni lontane
dalla verità come oggi è conosciuta; ma non troveremo mai nulla nè di assurdo, nè di ridicolo, nè di ripugnante alle
regole del sano ragionare.
Se oggi noi, tardi nipoti di quegli illustri maestri, profittando dei loro errori e delle loro scoperte, e salendo in cima
all'edifizio da loro elevato, siamo riusciti ad abbracciare collo sguardo un più vasto orizzonte, stolta superbia nostra
sarebbe il credere per questo d'aver noi la vista più lunga e più acuta della loro.
Tutto il nostro merito sta nell'esser venuti al mondo più tardi.